AltriLuoghi è un consultorio per la tutela della salute e dei diritti delle persone transessuali. Il progetto è nato nel 2011 a Napoli, dove c’è la più antica e numerosa comunità trans del Mediterraneo. È stato realizzato con il sostegno di Fondazione CON IL SUD e promosso dalla Cooperativa sociale Dedalus con la partecipazione di Associazione Transessuali Napoli, Movimento Identità Transgender, Asl Napoli 1, Confederazione Nazionale Comunità di Accoglienza, Dipartimento di Neuroscienze Federico II, Federconsumatori Napoli. Oggi continua la sua attività grazie al sostengo dei volontari. Ne abbiamo parlato con Loredana Rossi, vice presidente dell’Associazione Trans Napoli e responsabile del progetto “AltriLuoghi”.

 

Nel 2011 prendeva il via “AltriLuoghi”, come è nato il progetto? Che servizi offre?

Il progetto si rivolge alle persone transessuali (FtM e MtF) e transgender. In particolare, a coloro che vivono situazioni di disagio e marginalità. AltriLuoghi è un centro per la tutela del benessere e dei diritti delle persone transessuali e transgender e tra le attività più importanti c’è lo sportello per l’accompagnamento legale e sanitario: il primo per il percorso verso la transizione finale, il secondo, in collaborazione con il Secondo Policlinico, prevede l’incontro con la psicologa per fare otto colloqui per l’inizio della transizione e con l’endocrinologo.

C’è poi l’unità di strada per la riduzione del danno che è una cosa molto improntate. La maggior parte dei contatti avviene proprio così: con un camper, tre operatrici alle pari camminano nelle strada di Napoli nella notte della prostituzione e fanno attività di volantinaggio e forniscono tutte le informazioni sulla prevenzione e sui servizi socio-sanitari del territorio. E poi c’era la Casa d’accoglienza e trovarla è stato difficile.

Perché?

Nessuno capiva il senso di una struttura temporanea d’accoglienza, pensavano ad una casa di appuntamenti. Per fortuna abbiamo trovato persone che ci hanno aiutato ed è nata casa “Marcella”. Ci sono state 8 trans ospiti. È stato un gran progetto. Fondazione CON IL SUD è stata vicina ai trans, messi sempre ai margini della società.

E oggi?

AltriLuoghi è durato due anni. Noi come ATN, associazione Trans Napoli, continuiamo l’unità di strada e lo sportello, grazie al supporto di Dedalus. Abbiamo un “altriLuoghi” però fatto da volontari. Purtroppo dopo il finanziamento di Fondazione CON IL SUD, non abbiamo trovato altri fondi e abbiamo deciso di fare da soli. L’unica cosa che manca è la casa di accoglienza che stiamo chiedendo al comune da 6 anni. Ci è stata promessa e stiamo vedendo alcune strutture.

Purtroppo ancora oggi le trans vengono cacciate di casa quando le loro famiglie vengono a sapere del loro genere e vengono buttate in strada. Da quando è finito AltriLuoghi abbiamo avuto più di 15 ragazze che hanno dormito in stazione o hanno trovato appoggio da un’altra persona transessuale. Purtroppo, in queste circostanze l’unico sbocco è la prostituzione. Non c’è alternativa, per sopravvivere scelgono la strada. Questo è il destino che è toccato a queste ragazze, tutte tranne due che per fortuna sono rimaste a casa, accolte da alcuni parenti.

Assistiamo da tempo a una grande escalation di violenza fisica e verbale. Tu che ne pensi? Se ne parla abbastanza?

È da 12 anni che denuncio le violenze sulle trans, da quando è nata l’associazione trans Napoli. Le violenze verbali e fisiche ci sono sempre state. Io sono un’operatrice alla pari, dodici anni fa mi prostituivo anche io prima di entrare nel sociale. Io le ho subite queste cose: ho un taglio sulla gola, sono stata vittima di violenza e come me tante altre amiche mie. Poco tempo fa piccola ketty ci ha lasciate, ogni giorno molte ragazze vengono aggredite e picchiate.

Cosa si può fare per cambiare questa drammatica situazione?

Noi siamo stati anche nelle scuole, ma sono sempre istituti superiori, bisogna iniziare da bambini per capire chi sono le persone di genere. Bisogna eliminare un po’ di ignoranza, quindi ci vuole più informazione.

Ludovica Siani