Il grifone, la creatura leggendaria con il corpo di leone e la testa d’aquila nella realtà è un rapace di grandi dimensioni, un avvoltoio. Fino a 70 anni fa poteva essere avvistato in quasi tutte le aree montuose della Sardegna. Oggi è al centro di un progetto sperimentale di tutela nell’area di Alghero: il progetto “Vivere il parco” che, insieme all’iniziativa “LIFE Sotto le ali del grifone“, opera all’interno del Parco Naturale di porto Conte per ridurre il rischio di estinzione della specie bandiera del territorio sardo.

La Sardegna è, infatti, l’unica regione italiana che vanta una popolazione autoctona di Grifone. Nel resto d’Italia si hanno prove certe di nidificazione soltanto in Sicilia, dove la specie si è però estinta nel 1965 a causa dell’uso di bocconi avvelenati. A differenza di altri rapaci come l’aquila e il falco, questi avvoltoi non cacciano e si cibano solo di carcasse. In Sardegna, si nutrono quasi esclusivamente di quelle di ungulati domestici (bovini, suini, equini, ovini e caprini) allevati allo stato brado e quindi facilmente accessibili. Il grifone svolge quindi il ruolo di “spazzino della natura” e ciò è possibile grazie al suo sistema digestivo, che è un’arma formidabile per distruggere la maggior parte degli agenti patogeni.

Sebbene sia evidente l’importante ruolo svolto dai grifoni a beneficio dell’uomo, risulta ancora scarsa l’attenzione riposta sulla possibilità di estinzione di questa specie. Vi è, quindi, l’esigenza di sensibilizzare e di coinvolgere direttamente i cittadini, in particolare quelli dell’area dove il grifone vive e nidifica, in modo che il grifone possa continuare a valore e il Parco Regionale di Porto Conte possa essere vissuto come un luogo che appartiene a tutta la comunità. Per questo, il progetto “Vivere il Parco” vuole valorizzare il lato “sociale” dell’area, che si estende per 5.200 ettari, promuovendola come luogo di tutti che, grazie al contributo della comunità, può sviluppare al meglio la propria missione: quella di attore dello sviluppo locale, grazie alla sua intrinseca capacità di coniugare crescita economica, sostenibilità ambientale e tutela dei beni comuni.

“Vivere il Parco” attiva collaborazioni con le scuole, incoraggia percorsi di sensibilizzazione all’educazione ambientale e all’attività motoria all’aperto, quale volano di promozione dell’eco-sostenibilità, per garantire continuità alle attività proposte e alla visibilità e fruibilità del Parco. E per far sì che lo sviluppo della consapevolezza del rispetto nei confronti della natura passi in prima battuta dai bambini.

Dal 2016 a oggi sono state coinvolte oltre 80 classi provenienti da diversi comuni del sassarese, una classe corsa e una danese. Più di 1500 studenti dai 6 ai 18 anni hanno visitato il Parco e seguito un laboratorio di educazione ambientale in aula con esperti. Oltre 500 bambini e bambine provenienti da centri estivi pubblici e privati hanno visitato il parco solo durante l’estate del 2016. Grazie all’”ex villino del direttore”, una foresteria situata nel cuore del parco, sono stati organizzati campi studio residenziali che hanno coinvolto circa 100 giovani dai 10 ai 35 anni. Oltre 700 persone, infine, sono state guidate nel parco alla scoperta del grifone, grazie alla realizzazione di eventi liberi e gratuiti dedicati a giovani, anziani, disabili, richiedenti asilo, migranti, comuni cittadini e turisti.

Attualmente il progetto è impegnato nell’apertura di un centro di riproduzione in cattività per grifoni nel Centro Forestas di Bonassai, in prossimità del Parco Regionale di Porto Conte. Il centro ospita già 3 voliere per la riproduzione in cattività ed è stato attivato un servizio di assistenza esterna per il reperimento ed il trasporto di almeno 2 femmine dalla penisola iberica, nei cui centri di recupero ogni anno vengono ricoverati decine di animali grazie alla presenza di una popolazione di circa 20.000 esemplari. Una volta arrivati presso il Centro Forestas, gli animali verranno messi insieme in voliera per verificare la compatibilità di coppia e successivamente divisi in coppie all’interno delle voliere per la riproduzione. Tutta l’attività delle coppie verrà monitorata mediante telecamere attraverso le quali sarà possibile verificare tutte le fasi di deposizione, schiusa ed assistenza al piccolo senza arrecare alcun disturbo. Raggiunti i 120-130 giorni dalla schiusa in una voliera di riabilitazione si verificherà l’abilità al volo degli juveniles prima di trasferirli nella voliera di pre-ambientamento. Le coppie, una volta formatasi, restano stabili per tutta la vita degli individui, quindi ogni anno sarà possibile liberare due-tre juveniles nel Parco di Porto Conte ed assicurare così il sostegno demografico alla popolazione nel lungo termine.

Il Parco di Porto Conte è una palestra naturale a cielo aperto, un’opportunità per riconsiderare gli spazi esterni come possibili luoghi di partecipazione, apprendimento e formazione e per ripensare a uno stile di vita sano e sostenibile che guardi alle generazioni future. La sfida del progetto, promosso da Uisp Sardegna in collaborazione con un partenariato pubblico e privato e sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD, è quella di rappresentare un modello di fruizione e turismo nell’area del parco di tipo attivo e sostenibile, basato sulla combinazione di sostenibilità ambientale, protezione della biodiversità, valorizzazione della cultura locale, svago e divertimento, informazione e apprendimento, rete e collaborazione delle realtà locali.

Claudia Cannatà