La musica ha aperto le finestre. Timida, ma possente. Per questo la band è partita. Questo è il racconto – in parole, immagini e musica- di quel che abbiamo visto nel ventre ancora fertile di certi territori che a troppi fa comodo pensare aridi, bruciati e perduti o, al contrario immuni dalla mafia.

E così il viaggio della band Il Parto della Nuvole Pesanti è iniziato, tra musica e impegno civile. Il libro “Terre di musica”, scritto da Salvatore De Siena, con Simone Arminio e con la collaborazione di Lara Maroni, pubblicato da Editrice Zona, racconta un tour tra i beni confiscati alla mafia durato circa due anni, realizzato insieme a Arci e Libera. Un percorso fatto di tante tappe e incontri alla scoperta di un mondo di resistenza, di gente che non vuole sentirsi sconfitta, ma che si rimbocca le maniche, tra tante difficoltà, fallimenti e ostilità, portando avanti una rivoluzionaria opera di riutilizzo sociale dei beni sottratti alle mafie e restituiti alla collettività.
La band ascolta e racconta, accompagnando con la propria musica, la trasformazione e il cambiamento di luoghi simboli del malaffare in luoghi che producono bene, il bene comune. La voglia di capire diventa urgenza di raccontare, con un tono sempre leggero e allegro.

La spinta ad iniziare quest’avventura, raccontata nella pagine del libro e anche in un film documentario, affonda le radici nella scelta fatta dalla band di rendere l’impegno civile un tratto determinate e distintivo del proprio percorso artistico e in particolare di questo progetto. E la musica de Il Parto delle Nuvole Pesanti ha accompagnato il viaggio con concerti in ogni tappa, in uno scambio continuo, una perfetta sinergia tra esperienze diverse messe al servizio di chiunque abbia avuto voglia farsi accompagnare alla scoperta dei beni confiscati.

La gente ha iniziato a ballare sulle note della legalità, sempre più spinta da un bisogno di giustizia sociale. Con il progetto Terre di Musica anche il Parto delle Nuvole Pesanti, concerto dopo concerto, e senza mai posare gli strumenti, è entrato nel vortice di questa tarantella.

Il viaggio è partito dalla Sicilia per poi attraversare tutto il paese. Da Corleone a Trapani, tra i campi di grano e le vigne siciliane, passando per Cinisi dove sorge la Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, fino alla Cooperativa di Lavoro Calcestruzzi Ericina Libera. Nella “Calabria nostra” (non della ‘ndrangheta) la band incontra, tra gli altri, Don Pino De Masi nella piana di Gioia Tauro, il Gruppo Cooperativo Goel nella Locride, fino ad Isola di Caporizzuto con la Cooperativa Terre Joniche. E poi da Mesagne a Cerignola, da Casal di Principe e Castel Volturno con mozzarelle realizzare nelle Terre di don Peppe Diana. Poi a Roma con l’incontro con DaSud per poi arrivare alle spiagge di Ostia. Da Bologna, a Torino passando per la Cascina Caccia, fino ad arrivare a Milano la band ha documentato quanto i beni confiscati non rappresentino solo una vittoria simbolica contro le mafie, ma siano una risorsa importante per lo sviluppo di un nuovo modello economico e sociale. Tra le pagine del libro spuntato in bianco e nero le fotografie dei luoghi che la band ha visitato e i volti e i sorrisi dei protagonisti di questo viaggio che non conosce confini.

Noi dobbiamo camminare più degli altri se vogliamo evitare che i demoni della mafia s’impossessino della nostra anima, della nostra musica, della nostra terra, del nostro paradiso e lo trasformino in un inferno. E per far questo non c’è bisogno di condannare, ma di comprendere. Ecco il senso del viaggio: la comprensione.

Il libro racconta un mondo che non t’aspetti e traccia un nuovo orizzonte di bellezza. Lavoratori delle cooperative, volontari dei campi estivi, semplici cittadini, parenti delle vittime innocenti delle mafie, esperti, professori, gli stessi membri della band lo animano e lo rendono reale sul ritmo della canzone:

Fuori la mafia e dentro la musica in queste terre piene di musica, fuori la mafia e dentro la musica in queste terre piene d’amor.