Le case popolari possono diventare fulcro di rigenerazione urbana e valorizzazione dei beni comuni, coinvolgendo la comunità locale, stimolando i talenti del territorio e riattivando così interi quartieri spesso marginali.

Ne è convinta Alessia Macchi, architetto e ideatrice del progetto di abitare collaborativo CondoMìo, realizzato nel Comune di Empoli per Publicasa Spa, ente che progetta e gestisce il patrimonio immobiliare dell’Unione dei Comuni – Circondario Empolese Valdelsa.

Completato pochi mesi fa, il progetto ha coinvolto un condominio popolare e dodici famiglie di sei nazionalità diverse che hanno rigenerato in maniera semplice ma efficace gli spazi condivisi del loro edificio. “Tutto – ci racconta Alessia – è nato dalla scoperta di quante potenzialità possano nascondersi in un condominio di edilizia popolare e dalla voglia di provare a costruire qualcosa di innovativo insieme alle persone che ci abitano”.

Publicasa S.p.A., ha fornito tutto il supporto per avere i materiali necessari ai lavori, mentre gli inquilini si sono occupati personalmente delle attività di rigenerazione.

“Si sono rimboccati le maniche e ognuno secondo le proprie capacità e competenze ha contribuito a rendere migliore il luogo in cui vivono. Ogni passo in avanti del progetto è stata una conquista, per loro e per me”.

Non si può fare però rigenerazione urbana senza fare anche rigenerazione umana. “La sfida del progetto – ci spiega dunque Alessia – è legata non solo a riqualificare in chiave estetica e funzionale i luoghi utilizzati quotidianamente da queste persone, ma anche e soprattutto a creare ‘autostima collettiva’, a ‘ricucire’ comunità e a farlo, perché no, divertendosi!”.

Le famiglie coinvolte si sono incontrate e confrontate, hanno stabilito le priorità per il loro condominio e hanno realizzato personalmente i cambiamenti proposti. Il tutto si è svolto in sei incontri di progettazione partecipata, quattro giornate di autorecupero e una giornata di festeggiamenti.

“Superati la diffidenza e i pregiudizi iniziali, queste persone hanno seguito con curiosità le riunioni atipiche dove ci si mette tutti in cerchio e si sono stupite del fatto che qualcuno chiedesse loro quali erano le priorità per gli spazi comuni del loro condominio”.

I lavori hanno riguardato prima di tutto il pavimento dell’ingresso: “Agendo sul pavimento – continua Alessia – hanno deciso di rigenerare la base su cui camminare tutti insieme, o almeno questa è la lettura più bella che è stata data del progetto fino a ora!”.

Il risultato? “Spiazzante!”, commenta Alessia. “In un contesto come quello di un condominio di edilizia popolare non è facile mettersi in gioco, avvicinarsi, parlarsi, lavorare fianco a fianco. Devi superare la quotidianità, mettere da parte il risentimento, le dissidie accumulate negli anni. Puoi riscoprire il piacere di stare insieme, di collaborare anzichè litigare, ma non è detto. E invece è successo!”.

Abbiamo chiesto ad Alessia quali sono, a suo avviso, gli aspetti innovativi di questo progetto. “L’agire insieme per la realizzazione di un obiettivo comune tangibile che contribuisce a raggiungere alti livelli di collaborazione anche in ambiti socialmente difficili, caratterizzati da multiculturalità e diffidenza.

Nelle case popolari, difficilmente gli spazi comuni vengono percepiti come un qualcosa di cui avere cura. Migliorarli in prima persona, con il lavoro delle proprie mani, ribalta la prospettiva in positivo e getta le basi per una gestione resiliente portata avanti da cittadini attivi. L’autorecupero rappresenta inoltre anche il mezzo per acquisire competenze spendibili in altri contesti, in un’ottica di formazione e autonomia personale”.

CondoMìo è un progetto sperimentale che intreccia rigenerazione di luoghi e relazioni, utilizzando pratiche di autorecupero per innescare partecipazione e coinvolgimento dove prima non c’erano. L’autorecupero rappresenta poi anche il mezzo per acquisire competenze spendibili in altri contesti, in un’ottica di formazione e autonomia personale.

L’idea, dunque, è quella di replicare il progetto in altri quartieri di edilizia popolare, coinvolgendo le Amministrazioni e gli enti gestori, al fine di farlo diventare un modello gestionale più condiviso ed efficace degli spazi comuni dei condomìni ad alta densità abitativa, nell’ottica di migliorare la qualità dell’abitare e, al contempo, risvegliare il senso di comunità, l’appartenenza ad un luogo e il desiderio di migliorarlo.

Alessandra Profilio