Dopo Genova nel 2015 e Bologna nel 2017, con più di 500 esperienze di prossimità raccontate e 1000 partecipanti ospitati, la Biennale guarda a Sud e sceglie Taranto con 3 giornate in cui operatori e cittadini potranno incontrarsi, parlarsi, vivere insieme esperienze di scambio, di animazione territoriale, sperimentando linguaggi diversi, dal racconto all’arte, dall’approfondimento culturale alla convivialità.

Taranto – spiega Daniele Ferrocino, uno dei quattro co-direttori della Biennale della Prossimità – è un luogo capace di raccontare tutte le contradizioni del SUD; la ricchezza dei paesaggi, della storia e della cultura fanno da sfondo a livelli di povertà e disoccupazione preoccupanti soffocati da uno sviluppo industriale fallito di cui l’Ilva è un simbolo.

Ma Taranto ha saputo reagire ed è divenuta nel tempo terreno fertile per tante esperienze locali di partecipazione civile e comunitaria, colma di “casi di prossimità”, costruiti per dar risposte al bisogno di benessere dei cittadini, si sta preparando ad accogliere la nuova Biennale con un “gruppo locale” che aggrega centinaia di cittadini e decine di organizzazioni, in pieno stile Biennale.

La caratteristica di questo evento è, infatti, l’essere costruito con un meccanismo partecipativo e aggregativo; dopo la pausa estiva cittadini, Istituzioni, Terzo settore e tutti gli altri attori che lavorano sulla prossimità potranno iscriversi, contribuendo così in maniera creativa e libera – arrivando a Taranto da tutta Italia – alla Biennale.

Biennale conferma di essere, ancor di più in questa terza edizione, un grande progetto culturale, non solo per la varietà dei casi, delle identità che li raccontano e degli stili, ma soprattutto per il lavoro scientifico che in questi anni è stato condotto e che ogni Biennale alimenta con spunti nuovi. A questo proposito, nel percorso di avvicinamento alla Biennale è previsto per il 23/10 a Bologna un primo workshop su welfare e prossimità e su diritto e prossimità.

A muovere la macchina della Biennale, la Rete Nazionale per la Prossimità: un network di organizzazioni che condividono l’obiettivo di combinare interventi di prossimità con la promozione di una riflessione pubblica su questi temi. Per ogni edizione, il Network si rinnova e apre a nuovi aderenti nazionali pronti a scommettere sull’importanza di costruire una piattaforma dedicata alla prossimità che attraverso attività realizzate in tutto lo stivale racconti quella “dimensione sospesa tra il sistema di welfare formale, organizzato e (forse iper) regolato e l’azione personale e privata come l’aiuto dato ad un amico”.

Per la nuova edizione 18 sigle di rilievo si sono messe in gioco: Associazione Isnet; Associazione  scientifica e culturale Ethos  – Team e  DAFIST  dell’Università  degli  Studi  di  Genova; Centro di Studi e Cultura G. Toniolo; Cooperativa Comes; Consorzio Emmanuel; Consorzio  Nazionale  Idee  in  Rete; Consorzio Sociale Abele Lavoro; CNCA – Coordinamento  Nazionale  delle  Comunità  di  Accoglienza; Fondazione Ebbene; Gruppi di Volontariato Vincenziano – AIC Italia; Cooperativa La Fraternità; Legambiente;  Cooperativa Open Group; Rete delle  Case  del  Quartiere; cooperativa Sociosfera; Uil.

Biennale 2019 è coordinata da 4 volti noti della Prossimità: George Tabacchi, Gianfranco Marocchi, Caterina Pozzi e Daniele Ferrocino.

Tutto il percorso è finanziato con il contributo degli aderenti nazionali, delle organizzazioni partecipanti, di Fondazione CON IL SUD e Compagnia di San Paolo che dopo avere sostenuto l’edizione di Genova e Bologna ha deciso di confermare il proprio supporto alla Biennale anche in questa occasione.

Per far parte della community di Biennale e rimanere aggiornati sugli eventi preparatori, le iscrizioni e il programma basta seguire la pagine ufficiale su Facebook @BiennaleProssimita o collegarsi al sito www.prossimita.net.

Per info:  biennaleprossimita@gmail.com

Claudia Cannatà