Trasformare in arte materiali poveri che, plasmati da mani sapienti, danno vita a creazioni complesse e colme di bellezze. È questa la magia della lavorazione della cartapesta, una tradizione salentina antichissima ma tuttora capace di suscitare l’interesse anche di alcuni giovani che sul recupero di questo mestiere tipico del passato stanno costruendo il proprio futuro.

È il caso dei ragazzi della cooperativa “Fatti di carta”, nata nel 2011 a Casarano, comune di circa ventimila abitanti della provincia di Lecce.

“La cooperativa Fatti di carta è frutto di un progetto presentato dall’Associazione Scuola e Lavoro (ASCLA) e promosso in particolare da Giuseppe Negro in risposta ad un bando lanciato da Fondazione CON IL SUD che prevedeva l’individuazione di alcuni soggetti interessati ad intraprendere un percorso professionale nel settore artigianale partendo dalla rivalutazione degli antichi mestieri della zona. È stato così avviato un laboratorio formativo al termine del quale è stata costituita una cooperativa sociale di tipo B”, ci racconta Fausto De Marco, il presidente.

Presso “Fatti di carta” lavorano attualmente a tempo pieno tre giovani (Maurilia Dongiovanni, Roberto Schiavano e Antonio Cazzato, tutti e tre soci lavoratori) che si occupano della realizzazione di manufatti artistici sia in cartapesta che in ceramica, maschere, scenografie teatrali e, soprattutto, del restauro del patrimonio artistico e religioso delle chiese. Proprio da qui, infatti, ha avuto origine l’arte dell’utilizzo della cartapesta in Salento, nel periodo a cavallo tra il XVII e XVIII secolo.

In quell’epoca furono costruite in Salento moltissime chiese e nacque quindi la necessità di decorarle. Le tradizionali statue in bronzo, marmo o legno risultavano però troppo costose,  pesanti e non adatte al trasporto. Ben conosciuti per la propria bravura e subissati di richieste, gli artigiani locali decisero allora di sperimentare nuove tecniche riguardanti la lavorazione della carta, mescolandola con gesso, paglia, stracci ed altri materiali poveri. Si assistette così all’introduzione della cartapesta come arte del sacro nel territorio salentino.

“In ogni chiesa di ogni città o paesino del Salento – spiega Fausto – ci sono statue in cartapesta che ovviamente necessitano di interventi di recupero e restauro. Ecco perché la statuaria sacra rappresenta oggi una buona parte del lavoro dei ragazzi della cooperativa che proprio dai maestri artigiani della zona hanno appreso questa tecnica durante il periodo del laboratorio”.

“Ancora oggi, in particolare a Lecce, ci sono molti artigiani che nelle botteghe lavorano la cartapesta, tramandando questa tradizione di padre in figlio, alcuni da oltre trecento anni. Sono proprio loro che ci hanno insegnato il mestiere e oggi continuiamo a chiedere loro dei consigli sul nostro lavoro”, ci spiega Roberto Schiavano, socio lavoratore della cooperativa.

“Ci accomuna la passione per la riscoperta di questo antico mestiere ed il desiderio di recuperare e mantenere viva la memoria del territorio. Gestire un’impresa o una cooperativa oggi non è facile, in particolare nel sud Italia – ammette Roberto –  ma abbiamo avuto la voglia di metterci in gioco, imparare la tecnica e proporci sul mercato”.

 Alessandra Profilio