La cura per ciò che mangiamo inizia molto prima che a tavola e ancora prima che in cucina. Avere cura per la nostra alimentazione vuol dire infatti prima di tutto rispettare la natura, i nostri mari così come le aree agricole. Solo in questo modo si può essere sicuri della bontà dei prodotti che portiamo a tavola.

Una ragione, buona ed egoistica, per imparare ad amare l’ambiente. La ragione che ha mosso l’associazione Slow Food Alto Salento a promuovere il progetto C.A.P. Salento – la comunità degli agricoltori e pescatori. L’iniziativa ha l’obiettivo di tutelare la biodiversità di alcune aree protette del Salento (Area Marina Protetta Riserva Naturale Dello Stato Torre Guaceto; Area Marina Protetta Porto Cesareo; Parco Naturale Litorale Di Ugento; Riserva Naturale Del Litorale Tarantino Orientale) attraverso il coinvolgimento diretto degli agricoltori e dei pescatori. Coloro che per primi si rapportano al mare e alla terra, con fermezza e amore, sono stati chiamati a condividere il loro enorme patrimonio di saperi per frenare l’impoverimento della popolazione delle specie ittiche di interesse naturale e commerciale ed evitare l’estenzione di prodotti agricoli ritenuti poco redditizi dalla grande distribuzione.

Il progetto è stato avviato nel 2015, grazie al sostegno della Fondazione CON IL SUD che l’ha selezionato tra oltre 100 proposte pervenute in risposta al Bando Ambiente, e ad oggi ha raggiunto con successo tutti gli obiettivi prefissati contribuendo alla tutela e alla valorizzazione di numerose specie della fauna e della flora presenti nelle 4 aree protette coinvolte nel progetto.

Sono nati tre presìdi Slow Food della pesca sostenibile: quello della “Pesca tradizionale delle secche di Ugento“, che coinvolge 9 pescatori che hanno fatto della pesca sostenibile la loro bandiera, grazie alla conoscenza dei fondali spesso insidiosi di quest’area; il presidio “Piccola pesca di Porto Cesareo“, che coinvolge 6 pescatori che hanno scelto di utilizzare tecniche più sostenibili di pesca, preservando così le specie marine e al contempo il mare; infine il presidio “Piccola pesca di Torre Guaceto“, che grazie alla bassa pressione di pesca esercitata dai pescatori ha permesso il ritorno di una fauna marina che sembrava ormai scomparsa dalla zona.

I pescatori hanno inoltre realizzato tre “disciplinari di pesca” ovvero regolamenti, adottati volontariamente, che individuano norme, modalità e strumenti di pesca sostenibile, rispettosi dei cicli vitali della fauna ittica e, più in generale, della biodiversità marina. Ciò ha permesso di stabilire un rapporto più stretto con i consumatori, rendendo più trasparente il lavoro di chi produce cibo.

Nell’ambito dell’agricoltura, è stato istituito il presidio del pomodorino di Manduria, un prodotto ormai quasi estinto e sostituito negli anni da altre varietà più redditizie. La sua coltivazione, così come la raccolta, è manuale e non prevede trattamenti a base di sostanze chimiche. Questo riconoscimento, aggiungendosi al già famoso vino primitivo, fa della città un’importante oasi del buon cibo.

Il progetto CAP Salento ha previsto anche la realizzazione di numerose campagne di sensibilizzazione e comunicazione nelle scuole primarie e secondarie sui temi della tutela e della valorizzazione della biodiversità. Gli agricoltori ed i pescatori coinvolti nel progetto hanno assunto il ruolo di docenti di sostenibilità e biodiversità, trasmettendo conoscenze ed esperienze.

Claudia Cannatà