“Adesso non parlate più voi, adesso parliamo noi”. Con queste parole, Cataldo Ranieri, operaio ed ex sindacalista si fa strada in mezzo alla folla. A bordo di un tre ruote, seguito da un gruppo di altri operai, zittisce gli interventi ufficiali dei sindacati confederali, arrivati a Taranto per uno sciopero generale contro il sequestro dell’Ilva, la più grande acciaieria d’Europa, disposto dalla magistratura. È il 2 agosto 2012 e Ranieri si impone ai manifestanti, elencando le responsabilità della politica e dei sindacati che, per interesse e profitto, spesso sacrificano la vita dei lavoratori e più in generale di tutti i cittadini.

Nasce in quel momento il Comitato dei Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, che si propone di superare il conflitto ambiente-lavoro e di garantire la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini senza rinunciare all’occupazione per tutti. Dare alla città un futuro differente, questo l’obiettivo del comitato, che per tenere i riflettori accesi e puntati sul caso Taranto, sulle condizioni disumane a cui sono sottoposti i suoi lavoratori e sulle problematiche dell’ambiente, si è inventato una risposta che richiama la vocazione artistica della città: un concerto. Non un concerto qualsiasi, ma il concerto del primo maggio, che dal 2013 osa sfidare il già affermato palco in Piazza San Giovanni a Roma.

L’Uno Maggio Libero e Pensante, così l’hanno chiamato gli ideatori, è una giornata di protesta e proposta, che attraverso la musica prova a veicolare messaggi di giustizia sociale ed equità, che altrimenti non raggiungerebbero molti cittadini, in particolare i più giovani. Un evento totalmente autofinanziato, senza sponsor, finanziamenti statali o patrocini da parte delle istituzioni, che ha già portato sul palco artisti come Caparezza, Vincio Capossela, Fiorella Mannoia, i Subsonica, Mannarino, Daniele Silvestri, Litfiba, Niccolò Fabi, Afterhours e molti altri. E ha dato la parola ad associazioni e movimenti quotidianamente impegnati nella difesa del territorio.

Alla prima edizione, dedicata al tema del lavoro che non c’è e del ricatto a cui sono sottoposti i cittadini quando viene chiesto loro di scegliere tra il lavoro e la salute, parteciparono 50 mila persone. L’evento fu autofinanziato attraverso erogazioni dei cittadini di Taranto, mentre gli artisti che decisero di esibirsi su quel palco non chiesero alcun cachet, ma lo fecero gratuitamente sposando la causa della giustizia sociale e della difesa di diritti come la salute, l’ambiente, il reddito el’occupazione.

All’edizione del 2014 partecipano circa 100 mila persone e il palco di Taranto si impose come vera alternativa a quello di Roma. Nel 2015 la partecipazione all’evento fu di 250 mila spettatori e da allora continua a crescere, ma con le dimensioni crescono anche i costi. Per questo motivo e nell’ottica di mantenere l’evento libero e indipendente, è stata avviata la campagna di crowdfunding “Uno Maggio Per Tutti, Tutti per Uno Maggio“. La campagna è disponibile su Musicraiser, la principale piattaforma di crowdfunding sulla musica, e resterà aperta fino al 4 aprile. Chiunque può fare una donazione, scegliendo tra diversi importi da 10 a 500 euro ed ottenendo in ogni caso una ricompensa.

Sostenere la campagna è l’unico modo per rendere possibile la realizzazione del concerto anche nel 2018 e per garantire ancora la sua libertà.

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Maggiori informazioni sono disponibili al seguente link.

Claudia Cannatà