Adolescenza

Gianrico Carofiglio: “Ragazzi, date parole alle vostre emozioni”

#Commenti - 4 Maggio 2022

“I ragazzi sprovvisti delle parole per dire i loro sentimenti di tristezza, di rabbia, di frustrazione hanno un solo modo per liberarli e liberarsi di sofferenze a volte insopportabili: la violenza fisica”. Così scrive Gianrico Carofiglio nel libro “La nuova manomissione delle parole”, pubblicato a 12 anni dalla prima versione, cercando di restituire pienezza di significato alle parole abusate negli slogan della politica e sui social network, per ristabilire una comunicazione aperta e volta all’ascolto. Il libro è stato presentato alla Biblioteca Raffaello di Roma nell’ambito del progetto “A perdita d’odio”, promosso da Emergency contro l’hate speech.

Secondo Carofiglio, in un mondo povero di parole, le metafore e gli slogan veicolati dai mezzi di comunicazione fanno breccia nelle menti di persone di tutte le età. Molte espressioni finiscono sui social network, che fanno da amplificatore a parole fortemente manomesse, scatenando onde di commenti di odio a danno di alcune categorie di persone.

I ragazzi più violenti possiedono strumenti linguistici scarsi e inefficaci – continua Carofiglio nel libro – […] Non sanno sentire, non sanno nominare le proprie emozioni. Spesso, non sanno raccontare storie. […] Questo vale a tutti i livelli della gerarchia sociale, ma soprattutto ai gradi più bassi. Quando non si dispone di adeguati strumenti linguistici; quando le parole fanno paura, e più di tutte proprio le parole che dicono la paura, la fragilità, la differenza, la tristezza; quando manca la capacità di nominare le cose e le emozioni, manca un meccanismo fondamentale di controllo sulla realtà e su se stessi”.

Negli ultimi due anni, a causa della pandemia, si è assistito a un forte aumento dell’aggressività tra gli adolescenti, sia verso se stessi che verso gli altri. Un fenomeno preoccupante che sfocia in problemi di ansia, autolesionismo, esplosioni di violenza, disturbi alimentari, ritiro nelle proprie camere, insonnia, richieste di aiuto. Le immagini della guerra costantemente veicolate in tv e su internet complicano un equilibrio già messo a dura prova. In molti dei disegni ricevuti da bambini e ragazzi in risposta all’iniziativa #ConiBambiniUcraini, promossa da Con i Bambini sui social, sono raffigurati carri armati e bombardamenti. Come aiutare i ragazzi a non lasciarsi sopraffare da tutto questo? “Insegnando ancora una volta l’importanza delle parole, l’importanza del racconto di sé, l’importanza di entrare in rapporto con gli altri parlando e ascoltando”, risponde Carofiglio. Del resto, come scriveva anche Mario Lodi, “insegnare a parlare significa insegnare a pensare”.

 

Servizio a cura di Rosa Cambara