Adolescenza

Le esperienze dei ragazzi al Giffoni

#Cosa succede in città - 6 Settembre 2022

Si è tenuta dal 22 al 31 luglio a Giffoni Valle Piana (SA) la 52esima edizione del Giffoni, il festival cinematografico dedicato ai ragazzi che ogni anno riunisce migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo.

Il tema scelto per l’edizione di quest’anno, “Invisibili”, aveva proprio come obiettivo quello di far emergere e valorizzare migliaia di bambini e adolescenti che sono impercettibili agli occhi della società, per dare luce – grazie alle immagini – a chi è nell’ombra, “l’ombra di una società che non sempre valorizza il merito e che spesso, anzi, nasconde i talenti”. 

“Abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo – ha sottolineato al termine del festival Claudio Gubitosi, direttore e fondatore del Giffoni – e l’ostacolo si chiamava Covid. Abbiamo avuto modo di tornare a stare insieme. Sappiamo bene che tutto quello che è straordinario oggi, era naturale ieri”. Giffoni quest’anno è stata una vera festa con 350 mila persone che hanno partecipato ad incontri, concerti, spettacoli ed eventi. Il senso di Giffoni quest’anno si chiama, perciò, libertà: “La libertà – ha continuato Gubitosi – è stata quella di stare insieme, di poterci abbracciare. La libertà dei ragazzi che dopo il Covid si sono ritrovati in un altro mondo, quello nato questi due anni in cui abbiamo dovuto subire la negazione dei sentimenti e, poi, la guerra ed il mondo che si sgretola. Volevamo rendere questa realtà meno complicata, più leggera per dare loro la possibilità di pensare che un mondo migliore esiste. Ci siamo battuti per ribadire la centralità di questi ragazzi.  Abbiamo costruito negli anni un posto dove tutti hanno diritto di parola e di replica”.

Oltre 5.000 i giffoner di quest’anno, provenienti da 35 Nazioni, più di 250 ospiti e 118 opere in concorso, una grande attenzione dei media che ha permesso di raggiungere nei dieci giorni di festival circa 400 milioni di persone.

In chiusura di festival le sensazioni e le emozioni dei ragazzi: “Giffoni è casa per noi”, hanno ribadito tutti: “Qui possiamo parlare ed esprimerci senza paura di essere giudicati. Qui ci viene chiesto di parlare, di far sentire la nostra voce. Fuori da qui tutti ci chiedono di stare zitti, di abbassare la voce”.

Una vocazione all’ascolto di adolescenti e ragazzi, alla base anche del progetto Sedici modi di dire ciao ideato e realizzato dall’Ente Autonomo Giffoni Experience e selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. “Perché ogni ragazzo ha il diritto di sapere in quanti più modi possibili si può dire ciao!”

E al Giffoni erano presenti anche i i giovani che partecipano al progetto che, giunto al secondo anno di attività, coinvolge, numerosi ragazzi e figure della comunità educante in cinque regioni (Campania, Basilicata, Calabria, Sardegna e Veneto). Annualmente si organizzano due Campus: uno a turno in ogni territorio coinvolto e uno a Giffoni Valle Piana dove i giovani hanno modo di incontrarsi e confrontarsi su audiovisivo, narrazione, scrittura, coesione, cooperazione, innovazione, scambi culturali con conseguente aumento delle competenze in ambito digitale, alfabetica funzionale, in materia di consapevolezza ed espressione culturali.

Il 22 luglio, all’interno del festival, è stato fatto un bilancio sul progetto “Sedici modi dire ciao” e sul tema del contrasto della povertà educativa minorile, presentando i due documentari che raccontano le esperienze di bambini, ragazzi e comunità educanti delle aree terremotate del Centro Italia, prodotti da Con i Bambini e IF Imparare Fare. Si tratta di “Terre mutate” di Alessandro Marinelli e di “Kintsugi” di Lorenzo Scaraggi.

Servizio a cura di Ortensia Ferrara
Si ringraziano Marco Cesaro, dell’Ente Autonomo Giffoni Experience, e Antonio Amato per le riprese e le interviste