Economia sociale

Non solo caffè, al Trame di San Berillo si fa socialità

#Com'è possibile - 8 Febbraio 2022

In una caffetteria puoi prendere un buon caffè, fare una ricca colazione, gustare ottimi dolci e tante specialità per pranzo; prendere un drink e uno sfizioso aperitivo. Fin qui nulla di eccezionale. Ma se nello stesso spazio, puoi chiedere anche una consulenza legale, avere supporto per compilare il tuo curriculum, fare richiesta del medico di base o ricevere informazioni sull’iscrizione a scuola e tanto altro, allora il discorso cambia. 

Trame Cafè è infatti una caffetteria sociale, uno spazio ibrido all’interno del quale elementi commerciali si intrecciano a elementi sociali e culturali. 

Si tratta di uno dei servizi realizzati nell’ambito del progetto Sottosopra: abitare collaborativo, sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD, che si pone l’obiettivo di contrastare la povertà abitativa e relazionale proponendo un modello innovativo di abitare volto a rendere le persone consapevoli e attive nella creazione del proprio contesto abitativo.

Il progetto si focalizza, in particolare, sul quartiere San Berillo di Catania, situato nel cuore del centro storico della provincia siciliana, che da decenni vive problemi legati all’abbandono degli immobili e la conseguente diffusione dell’abitare informale da parte di cittadini a rischio esclusione

Il nome scelto per il progetto, “Sottosopra” appunto, deriva da una costante interazione tra il sotto, cioè gli spazi di Trame, intesi come spazi di quartiere – che oltre alla caffetteria ospitano una sala espositiva e una multifunzionale a piano terra – e il sopra, dov’è stato realizzato un co-housing temporaneo che al momento ospita 8 persone. 

Partendo dalla riflessione sul concetto di abitare un luogo, inteso come processo attivo e collettivo di trasformazione dello spazio, questo modello tenta di rispondere alla povertà multidimensionale di cui l’elemento abitativo è la componente principale, ma non l’unica.

“Sottosopra: abitare collaborativo” si fonda sull’idea che l’autonomia abitativa si raggiunga non solo dando un alloggio, ma mettendo a sistema tutte le risorse relazionali che il territorio offre. E lo fa chiedendo ai beneficiari di giocare un ruolo attivo nel miglioramento del contesto in cui stanno vivendo, per restituire vita al quartiere catanese stesso. 

 

Servizio a cura di Claudia Cannatà

Grazie alla collaborazione di Andrea D’urso, referente comunicazione progetto Sottosopra 

Immagini girate da Itinerari Erranti