Adolescenza

Se un muro grigio diventa uno spazio colorato e condiviso

#Cosa succede in città - 22 Marzo 2022

Dal 2016 i locali in disuso di proprietà del Comune di Potenza, nel rione di Poggio Tre Galli, sono stati dati in gestione alla cooperativa sociale APPSTART, implementing partner locale di Save the Children e capofila del progetto “Classi Fuori Classe” selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Lo spazio, chiamato Punto Luce di Potenza, è diventato uno dei due presidii educativi del progetto, presso cui si svolgono quotidianamente attività per bambini, adolescenti e le loro famiglie.

All’ingresso del centro è stato realizzato, grazie alla collaborazione con lo street artist lucano Teodosio Santagata, in arte “Papocchio”, un colorato murale, nato dall’adesione all’iniziativa “Non sono un murales” promossa dall’Acri in occasione della Giornata Europea delle Fondazioni.

Il murale ha la caratteristica di essere “double face”: da un lato hanno lavorato Papocchio in collaborazione con Rosamarzia Cesaro, dall’altro lo street artist è stato affiancato da tanti piccoli aiutanti, che ogni giorno partecipano alle attività del centro.

Quello che per il tempo, l’inquinamento e le piogge, era diventato un muro grigio e anonimo, soggetto all’indifferenza di coloro che abitano il quartiere, è diventato, nel giro di due settimane, segno emblematico di un luogo accogliente che suscita curiosità e coinvolge la comunità nella riscoperta di un presidio educativo importante per la città.

I piccoli partecipanti hanno liberato la loro creatività per dar vita a un’esplosione di colori e vivacità che non rimane inosservata agli occhi di chi passa e di chi ha, da sempre, abitato il quartiere, ribaltando la concezione della street art, spesso percepita come un modo per imbrattare o vandalizzare uno spazio pubblico per rivendicarne il possesso.

Papocchio ha guidato i ragazzi nell’utilizzo dei colori, invitandoli a dare all’opera un nuovo significato, quello puro, creativo e bizzarro di immaginare simboli e parole nei “papocchi” (termine dialettale che può tradursi con “pasticci”) da loro stessi realizzati. Non a caso nella parola “Pap-Occhio” è contenuta un’immagine culturale che rappresenta l’intuizione, e che permette all’artista di trasmettere ciò che vede al di là di ciò che c’è.

Infine, l’elemento che ha accomunato questa opera come quelle realizzate in circa 100 città italiane è stata la “matrice”, lo stencil dell’urban artist pistoiese LDB, che ha rappresentato simbolicamente “un piccolo gesto d’amore quotidiano che vuole parlare all’intimo con leggerezza, per suscitare un’emozione nel cuore di chi guarda”.

 

Servizio a cura di Ortensia Ferrara

Si ringraziano Michele Sensini, responsabile comunicazione del progetto Classi fuori classe, e Valentina Battista per le riprese video